Il tratto di spiaggia è situato nel basso Lazio tra la foce del fiume Badino, quindi proprio ai confini di Terracina fino alla torre che dà inizio ai lidi balneari di S. Felice al Circeo. Noteremo che man mano che ci allontaniamo dalla foce la granulometria della spiaggia inizia ad aumentare, così come la pendenza della stessa che tende sempre più ad inclinarsi per poi riprendere, dopo la torre, un andamento assolutamente pianeggiante.
Il periodo migliore del tratto di litorale in questione va dalla fine di marzo, specie con primavera precoce, fino ad ottobre o poco oltre.
La spiaggia, in alcuni punti risulta essere anche ciottolosa, forse riportata e sbarrata in gran parte al libero accesso per la lunga teoria di ville e villette che ne orla il perimetro. Comunque lasciando l’auto non troppo lontano troveremo sempre qualche varco pedonale che ci porterà al mare. Quindi occhio al bagaglio che non contempli troppe cose inutili. Ma la caratteristica peculiare del litorale è la necessità del lancio lunghissimo nonostante ’accentuata profondità.
ORATE:
Le orate diurne della primavera sono la più bella delle sorprese che il litorale offre. Ma centrare i punti di pascolo richiede la necessità del lancio lunghissimo. Capiterà infatti che effettuato un normale lancio dopo pochi attimi dallo splash del piombo in acqua dovremo recuperare la lenza in eccesso. Quando il lancio valicherà invece un determinato punto del fondo, riscontrabile in diverse postazioni della spiaggia, assisteremo ad un richiamo di lenza.
Il richiamo durerà un tempo sensibilmente più elevato prima di poter mettere in tensione il complesso pescante. Le distanze utili superano senza dubbio i cento metri, quelli veri, con l’handicap che dovremo catapultare piombi abbastanza pesanti, talvolta poco aerodinamici a causa della forte corrente che si trova in queste ampie bucate, al guinzaglio di lenze che non potranno essere troppo sottili anche per la taglia dello sparide che attesta la taglia media ben oltre il chilo con punte di 3 - 4 chili. La prima volta che lo scorso anno mi recai sul posto potetti notare che solo una coppia di ragazzi di Frosinone, armati di una coppia di dure supertele, scaraventavano in acqua piombi a piramide da 160 grammi e furono gli unici a tirare in secco tre belle orate tutte oltre il chilo e mezzo. Quindi canne da distanza come le nuovissime canne da surf della Falcon o le Hexagon 200 0 le Evoluzione 440 della Italcanna o ancora Idhras o Pro Art della Veret o ancora Mini Mad Black o New Concept Bad Bass. In bobina eccellenti monofili dello 0.23 o 0.25 con carichi superiori ai 6 chili, parastrappi di almeno 12 metri dello 0.50 o del 60, diciamo da 23/25 chili se in multifibra, terminale dello 0.22/0.25 a secondo della trasparenza dell’acqua e della capacità di non ingarbugliare, armati di amo del n. 6 tipo beck a punta rientrante, robusto ma possibilmente leggero su cui innescheremo grossi vermi americani, arenicola, piccoli bibi o cannolicchi rassodati da filo elastico. Mare permettendo il calamento più catturante è il long arm di circa 2 metri trecciato per circa 20 centimetri nella parte iniziale. Insieme alle orate capita la grossa mormora e con esche stazionanti per lungo tempo sul fondo è capitato di allamare belle lecce stella.
